New York

Una volta, mentre guardavo un programma di viaggi, l'autore del servizio che stava andando in onda, su New York, definì la Grande Mela come una porta girevole. Pensai fosse una boiata, insomma tutte le grandi città danno l'idea di movimento e velocità e definire NY una porta girevole perchè una volta entrati bisogna girare, bhè... mi sembrava una stupidaggine. Qualche tempo dopo siamo atterrati al JFK e non ci crederete ma abbiamo cominciato a girare. Mentre ancora non avevamo riacceso i cellulari e allacciato le stringe delle scarpe ci siamo ritrovati in fila al controllo passaporti, cercavamo tutti i nostri documenti ed era già il nostro turno. Dio mio, avevano ragione, eravamo entrati nella porta girevole!

Abbiamo immediatamente capito che quello era il modo più sbagliato per godere la città, perchè noi non eravamo Newyorkers ma semplicemente turisti. Passateci la metafora, ma la Grande Mela va gustata a piccoli morsi. Ogni cosa che riuscite a fare ben venga ma sempre con tranquillità, tanto non si riuscirebbe a visitarla tutta neanche vivendoci. 

In meno di trenta minuti ci siamo ritrovati sul marciapiede dei Cab (Taxi) con i bagagli in mano. 45 $ per fare JFK Manhattan, un pò caro ma la tariffa è standard. 5 $ di mancia e arrivo all'Hotel Habitat. In centro (tra la 57 e Park av), vicinissimo al Rockfeller Centre e a buon mercato, anche se obbiettivamente niente di che. Primo giro obbligatorio, vista la vicinanza, al RckFcentre, infiocchettato e illuminato per il periodo natalizio. Sembra un incrocio tra un parco di divertimento e un film, con spettacoli di luci, musica in ogni angolo di strada, Babbi Natale e traffico. La definizione migliore l'ha data Catia, definendo il primo impatto una "sbornia". L'albero di natale del Maine, un abete gigantesco che viene acceso di luci dal sindaco, rende di più in tv, ma è comunque imponente; così anche la pista di pattinaggio su ghiaccio, teatro di centinaia di film, risulta un mignon rispetto a quello che immaginavamo. Ecco Saks, sulle cui pareti si accende uno spettacolo musica/luci ogni mezz'ora stile Vegas vesion Xmas!!!!! Siamo stanchi a causa del volo e del fuso, ma decidiamo comunque di fare un tuffo a Time Square.  Quì l'impatto è notevole. Ritrovarsi al centro dell'ombelico del mondo è una sensazione indescrivibile. Traffico bestiale, grattacieli, insegne colorate. C'è talmente tanta luce che le foto e le riprese vengono malissimo. Il baracchino TKS che vende biglietti per i teatri è affollatissimo (se volete vedere uno spettacolo consigliamo di prenotare in internet). Decidiamo di tentare ma hanno disponibilità solo per spettacoli del mattino. Continuiamo a girovagare e ci imbattiamo in uno spettacolo con bambini, marionette vestiti da Babbo Natale che cantano Jingle Bells. Thank you all for coming... Continuiamo per la 53a e all'incrocio con la 54a ecco materializzarsi l'Ed Sullivan Theater, da dove dal 1993 va in onda tutti i giorni il Late Show, uno dei nostri talk show preferiti.

Siamo stanchi e intorno alle nove non ci reggiamo più sulle gambe. Prendiamo il primo ristorante dove azzannare una classica NewYork Steak più coca cola e andiamo a nanna.

Il giorno seguente colazione da Sbarro, istituzione italoamericana nell'universo food di NY. In realtà è tutto abbastanza mediocre. Bacon, salsicce, patate e uova srapazzate più un paio di caffè, quasi decenti. La giornata si prospetta lunga... ci aspetta il MOMA. Arrivati di fronte all'ingresso vediamo una discreta fila che si allunga fino all'angolo dell'edificio. Ci dirigiamo verso la fine per posizionarci quando ci accorgiamo che la fila prosegue anche dietro e dietro e dietro ancora. Passato un attimo di sconforto, decidiamo che il MOMA deve essere visitato e con pazienza ci mettiamo al nostro posto. Con stupore italiano vediamo che scorre tutto abbastanza velocemente e in un oretta scarsa siamo dentro a fare i biglietti. Il museo è inutile descriverlo, una delizia per gli amanti dell'arte, con opere di arte moderna divise in periodi e posizionate in perfetto ordine cronologico. Pranziamo con i mitici e gustosissimi hot dog venduti nei baracchini agli angoli di strada e ci dirigiamo verso la tappa successiva: Grand Central Terminal. Incredibile... ci siamo stati decine di volte!!! Almeno così sembra, perchè quì sono state girate alcune scene di bellissimi film, Carlito's Way, Io sono leggenda, Intrigo internazionale, Revolutionary road e altri ancora. Al centro il bellissimo ufficio informazioni con l'orologio e poi 41 binari al piano superiore e 26 in quello inferiore, un museo, negozi e ristoranti (Oyster bar su tutti) e un soffitto dipinto e restaurato di una mappa stellata, in più un aria di storia che si respira ad ogni passo. Pensate quanta gente ha camminato sopra questi marmi dal 1913!

Spuntino e usciamo. Pochi passi e raggiungiamo il roof del Chrysler con il suo stile Art Deco in 320 metri di acciaio. Senza parole, maestoso.

Ma ora non vogliamo fare un poco di shopping???? Di certo i negozi caratteristici o i centri commerciali non mancano, quindi ci tuffiamo sulla 5av e facciamo finta di essere ricchi sfondati!!! Tiffany vende saponette a 30 $ e vi lascio immaginare il resto. Incredibile vedere una parte di mondo che sembra essere su un altro pianeta. Tutti sono felici, tutti spendono soldi e l'atmosfera del Natale amplifica il tutto. In questi momenti tutti i problemi spariscono... per poi riapparire subito quando arrivano i messaggi della carta di credito sul telefonino! I centri commerciali li facciamo tutti: Macy's, Bloomingdale's, Warner, Nike, Barnes & Noble, Columbus, Lincoln, Saks, Victoria Secrets, Levi's. Senza pudore siamo costretti a comprare una valigia supplementare per portare a casa le cose comprate qui. Siamo esausti, comincia a piovere e siamo talmente carichi di pacchi da non riuscire nemmeno a leggere la mappa. Dove diavolo siamo? Ci siamo persi a NY? Forse si ma ci accorgiamo che sono quasi 45 minuti che giriamo intorno al nostro hotel senza vederlo. Lasciamo i pacchi in camera e usciamo per la cena. Sotto l'Habitat hotel il ristorante ci attende con la sua cucina americana. Nanna. La mattina dopo una buona colazione andiamo all' Empire, dove dopo una fila di circa due ore riusciamo a goderci un panorama indescrivibile. Senza parole e senza macchina fotografica che a causa della condensa decide di entrare in sciopero. La cosa che colpisce maggiormente è che se guardi giù, vedi delle formiche gialle che ordinatamente in fila svolgono il proprio lavoro... di taxi!!!

Proseguimo verso sud, Flatiron e WTC. Arrivati a Ground Zero decidiamo di spegnere la videocamera e di non fare fotografie. Sinceramente non ci va neanche di spiegare quello che proviamo in quel momento. Proseguimo fino a Battery park dove ci imbarchiamo per la Statua della Libertà. Ci andiamo diretti senza fermarci ad Ellis perchè tanto nessuno dei due ha parenti da cercare qui e perchè non ci interessa neanche molto. Il biglietto costa 15 $ e allontanandosi dal molo si ha una vista affascinante della città. Peccato la pioggia. Arriviamo e ci colpisce molto l'altezza della statua... è veramente piccolissima rispetto a quello che ci si immagina. Poco male, l'esperienza è comunque bella e poi non si può visitare NY senza andare a vedere la sua icona classica. Torniamo e la fame ci convince ad acquistare due fantastici Hot Dog in strada. Ne prendiamo due "All in" e vi lascio immaginare il motivo del loro nome. Riprendiamo la metro direzione nord e ci concediamo una bella passeggiata rilassante al Central Park dove anche qui riconosciamo posti visti in moltissimi film. Passiamo accanto alla statua di Balto, al tappeto dedicato John Lennon e ammiriamo il condominio dove abitano Madonna, Cher, De Niro e Tom Cruise. Forte. Usciamo dalla parte nord ovest e ci dirigiamo al Guggenheim la cui architettura è fantastica (Wright). Le opere contenute in questo museo sono meravigliose, se vi piace il '900 e a noi piace!!!

Ancora zompettando in giro fino a Fao e Swhartz, proprio di fronte al Plaza. Continuiamo fino a Columbus Sq. dove troneggia un obelisco in memoria del navigatore italiano. Ancora un centro commerciale e ancora shopping.

Torniamo in hotel perchè esausti. Doccia e cena proiettati verso l'ultimo giorno a NY.

Mattina prestissimo, piove. The Brooklyn Bridge! Dal 1883 questa favolosa struttura sospesa collega Brooklyn e Manhattan separate dal East River e fino a quel momento collegate da ferry boat. Simbolo ancora oggi della citta di NY e dell'America stessa, ha celebrato, celebra e continuerà a celebrare la grandezza, la visione e la volontatà di superare gli ostacoli di un popolo. Lo attraversiamo a piedi, lentamente e felici. Manhattan dall'altra parte del ponte è bellissima e in questo momento invidiamo Woody Allen. Emozionante. Il ritorno lo facciamo passando per il Greenwich village, quartiere residenziale e da sempre fulcro di una cultura alternativa newyorkese. Teatro bohemienne all'inizio del '900, beat generation negli anni '50, movimento di liberazione negli anni '70. Allen, Hoffman, Reed Zappa, Baez, Warhol, Pacino sono solo alcuni dei nomi di quelli che qui hanno mosso i primi passi. Arriviamo a Washington Sq, sede della NYU, una delle università più antiche degli States. Grosse fontane e un arco sono le cose che più colpiscono insieme al verde a all'atmosfera giovane dovuta dai tanti studenti che qui vengono anche a studiare. Facciamo le ultime foto e salutiamo questa fantastica città. Il taxi ci aspetta, così come le nostre vite in Italia. Lasciamo quella che è a tutti gli effetti la capitale del mondo occidentale.

Goodbye New York