Florida

La Florida, anzi Miami, si presenta subito in modo pessimo con due ore di fila alla dogana e ai bagagli. Per il ritiro auto a noleggio aspettiamo altri 80 minuti ma alla fine riusciamo a dirigerci verso l'autostrada con nostro figlio sfinito addormentato sul sedile posteriore. E' notte e lo spettacolo della città con le sue luci che si specchiano nel mare ci ripaga parzialmente delle lunghe attese e all'arrivo al Kent Hotel, su Collins Av, un vallet molto gentile ci parcheggia l'auto e ci accompagna alla reception. Esco per andare a comprare qualcosa da mangiare nei dintorni mentre Catia e Matteo cercano di rilassarsi in camera e con qualche slices of pizza faccio rientro in hotel. Il giorno seguente una traversa e siamo su Ocean's Drive, dove una esposizione di auto anni '50 ci aspetta con tutti i suoi colori. Colazione con pancakes e waffle e via a zonzo per una città che sulle prime ci lascia un po indifferenti. La spiaggia ci attende ma ci accorgiamo subito che non è possibile, almeno per noi, fare il bagno; è novembre e l'acqua è freddissima ma comunque ci stendiamo un po al sole.  Giriamo i quartieri più interessanti e in effetti l'Art Decò è veramente ai suoi massimi livelli. Miami da il meglio di se dopo il tramonto, quando si accendono locali, luci, alcol e movimento. La città va vissuta da giovani o da pensionati ma è veramente divertente. Bellissimo il porto turistico dove decine di maga yacht si fanno belli agli occhi dei passanti. Si mangia anche molto bene e le cifre sono ragionevoli. South Beach, Lincoln Rd, Art Deco District, Calle Ocho, Ocean's Drive, Bal Harbor, Miami Marina sono tutti siti turistici da vedere senza però perderci troppo tempo.Bellissima l'arena dei Miami Heat. Un giro sul bus turistico serve a darsi una regolata e comunque non è una città da perderci più di due notti.

Partiamo per le Key's convinti di avere un esperienza entusiasmante ma purtroppo dal ponte che collega tutte le isole si vede ben poco. La tratta di circa due ore risulta noiosa se non fosse per le soste a Key Largo e al Robin's bar per pranzare. Il pomeriggio tardo arriviamo a Key West. Il nostro hotel, il Truman, è un piccolo e meraviglioso boutique hotel con camere in stile marinaro e molto spaziose con un servizio ottimo e prezzi nella media (alta) di Key. La cittadina ci appare subito molto vivace e colorata, con tanti ragazzi e famiglie rilassate. Molti negozi e ristoranti tra cui il famoso Sloppy Joe dove un concerto di musica rock-country intrattiene tantissima gente. Al molo sud aspettiamo il tramonto più famoso d'america tra saltimbanchi, giocolieri e una bellissima dichiarazione di matrimonio tra due ragazzi, con lui in ginocchio mentre passa un aereo con la richiesta di matrimonio. Il tramonto a Mallory Sq. è impagabile. Ceniamo a base di pesce su una terrazza della via principale in un ristorante turistico ma a conduzione familiare dove pesce e zuppe sono ottime. Sfiniti torniamo al Truman e ci abbandoniamo a soffici letti mentre fuori ancora la festa impazza. La mattina seguente facciamo una buona colazione a bordo piscina e ci dirigiamo verso la casa di Hamingway che però risulta essere chiusa. Prendiamo in direzione Everglades con la consapevolezza che Key West avrebbe meritato sicuramente un giorno in più.

Sulla strada becchiamo la più violenta piaggia caraibica mai vissuta e con paura di un incidente stradale a causa della visibilità azzerata cerchaimo un riparo; 10 minuti violentissimi. Proseguiamo e arriviamo al Visitor Centre del parco dove decidiamo per la passeggiata libera tra le paludi. Ponticelli in legno sopra la laguna guidano i turisti tra decine di coccodrilli, alligatori e qualche tartaruga. La riserva è patrimonio Unescu e vanta anche molte di specie di uccelli protette tra cui il Fennicottero Rosa, la cicogna Americana e la Spatola Rossa. Pranziamo al sacco e dopo un giro di circa tre ore ci rimettiamo in marcia alla volta di Orlando, dove arriviamo in serata.

Orlando è una città più finta di Las Vegas, con la differenza che la città del Nevado ha un senso ed è una figata mentre la capitale Disney è solo una spilladollari per famiglie. L'hotel scelto è il Fayrmont che non è male e ci offre anche la colazione. Il clima non è dei più miti, anzi fa freddino in barba alla diceria che qui non è mai inverno. Ceniamo da Moe's e il giorno seguente siamo già in fila per Disneyland dove spendiamo 240 dollaroni per l'ingresso. Col senno di poi avrei scelto Epcot ma comunque è un bel parco e i bambini si divertono, almeno il mio. Il giorno dopo avevamo scelto di andare al Seaworld e spendiamo altri 250 dollari per non vedere lo spettacolo delle orche, l'attrazione principale. Ci sono dei lavori di ristrutturazione e alla cassa non ci hanno avvertito che le orche non si sarebbero potute vedere. Forse ci sarà stato un cartello ma non non lo abbiamo visto. Il parco è carino perchè ti permette di interagire con molte specie animali: delfini, razze, tartarughe e l'Aquarium è bellissimo così come il percorso (freddissimo) tra i pinguini.

Ultima cena da sfiniti per i chilometri percorsi a piedi e a nanna. Prima di partire ci fermiamo all'Orlando Premium Outlet (consigliatissimo) dove diamo fondo alle nostre carte di credito e dove dobbiamo comprare un borsone supplementare da imbarcare in aereo per metterci tutti gli acquisti fatti.

Ripartiamo. Ci aspettano 300 km per arrivare all'aeroporto e diamo giù a tavoletta rischiando anche qualche multa. Siamo in ritardissimo, ad un ora dal volo ancora non abbiamo trovato il drop off del noleggio. Cicchiamo due volte l'uscita dell'autostrada, Matteo scuote la testa pensando di dover rimanere in America, arriviamo e laciamo la macchiana senza fare la fila e lanciando le chiavi al responsabile che ci urla qual'è il nostro Terminal partenze. Nella hall non c'è nessuno e corriamo come mai abbiamo corso mentre mancano venti minuti al decollo. Al check in una signora gentilissima ce lo fa al volo e ci indirizza al gate che sta chiudendo. Ce l'abbiamo fatta... saliamo in aereo e cerchiamo di dormire.

Il rientro in italia è stato un incubo con tanto di causa contro Alitalia che poi abbiamo vinto ma che non c'entra con il viaggio fatto.

La Florida è uno stato molto divertente se sei giovane o se sei un pensionato con molti soldi da spendere. Non ci ha entusiasmato ma di sicuro certi ricordi come il tramonto a Key, le luci di Miami o i coccodrilli rimarranno indelebili nelle nostre memorie.